Davide Franchino-ATITECH

Chi siamo

Mi sono laureato nel 1999 in ingegneria aerospaziale, orientamento propulsione, presso il Politecnico di Torino, con una tesi su un particolare tipo di motore chiamato LACE (Liquid Air Cycle Engine) che sfrutta le proprietà criogeniche dell’idrogeno liquido per liquefare l’aria (e quindi l’ossigeno) captata da una presa esterna al veicolo e iniettarla insieme all’idrogeno stesso preriscaldato all’interno della camera di combustione di un razzo tradizionale, generando spinta.

La mia carriera professionale è però partita da tematiche tecnologiche e non così teoriche come quelle con cui è culminato il mio percorso di studi. Ho iniziato presso un laboratorio di prove meccaniche e controlli non distruttivi occupandomi di controllo qualità. Per circa un anno la mia vita è trascorsa fra prove meccaniche, rotture, qualifiche di saldatura e tematiche tecnologiche, che mi hanno permesso di acquisire una cultura tecnologica notevole soprattutto relativamente all’acciaio ed alle costruzioni di carpenteria metallica, caldareria e nelle lavorazioni meccaniche. Ho studiato a fondo i processi speciali (saldatura, verniciatura) e le problematiche relative al metodo con cui giungere alla qualifica dei procedimenti e del personale.

Quando giunse la chiamata di una nota azienda aeronautica italiana, essendo ingegnere aerospaziale, non potei resistere al richiamo della foresta e decisi di accettare il lavoro offertomi, onorando il mio percorso di studi. Si trattò di un periodo a luci ed ombre della mia vita, in quanto imparai sicuramente l’importanza di una organizzazione forte, che non è evidente nella piccola azienda, ma del resto persi la possibilità di affrontare svariati problemi per dedicarmi ad aspetti abbastanza specialistici. Mi dedicai alla progettazione del supporto logistico dei velivoli prodotti, ovvero di ideare e sviluppare quel complesso di processi e attrezzature necessari a supportare l’esercizio di una flotta. Rientrano in questo campo l’analisi dei task manutentivi, l’addestramento del personale, le pubblicazioni tecniche. Il richiamo per l’operatività era però troppo forte e mi indusse a cambiare nuovamente, offrendo le mie capacità ad un fornitore che si occupava di gestire il supporto logistico delle flotte (ovvero di applicare quelle procedure e quei task che io sviluppavo).

Grazie a questa azienda ebbi l’opportunità di entrare in contatto con il mondo General Electric, nostro principale cliente, tramite la Nuovo Pignone di Firenze, al quale devo molto della mia formazione professionale e manageriale. In quel contesto ho potuto occuparmi dapprima di gestire linee di produzione terziarizzate di particolari prodotti (scambiatori di calore), poi di dirigere il principale centro logistico in cui venivano approntate le commesse impiantistiche del cliente da spedire in tutto il mondo, fino a divenire dipendente di una società partecipata da GE stessa.

Il nuovo cambio di orizzonte mi porta nuovamente in contatto con il service delle macchine (Turbine a gas), degli impianti petroliferi di estrazione, trasporto e raffinazione, con le tematiche relative alla modifica, al retrofit ed agli upgrade degli impianti al fine di incrementarne le prestazioni o di renderli conformi alla normativa di riferimento, perennemente in evoluzione. Fu un periodo di oltre tre anni, dal 2005 al 2008 molto entusiasmante, proprio grazie alla caratteristica di entrare in contatto con problemi tecnici che necessitavano sempre un’analisi ed una successiva ideazione di un’azione risolutiva, sino alla messa in pratica dell’azione stessa e della sua verifica (plan, do, act, check). Impadronitomi di questa metodologia, mi sentivo pronto per una nuova esperienza e un nuovo prodotto. Passai così al mondo delle grandi macchine per la produzione industriale nei settori automotive e siderurgico.

La proposta era di collaborare al rilancio di un’azienda storica, costruttrice di grandi presse e di macchine per impianti siderurgici. Purtroppo l’esperienza non fu felice, in quanto per valutazioni strategiche più ampie, anche determinate dalla crisi congiunturale, l’imprenditore decise di ritirarsi, ma dal punto di vista tecnico professionale, l’attività era molto interessante: presse, torrette gira siviere, gabbie di laminazione, curvatrici, sistemi di movimentazione delle polveri, argani, questo è solo un piccolo saggio delle attività che ho avuto modo di seguire in questo nuovo contesto dal 2008 sino al 2012

Oggi opero ancora attivamente nel settore, collaborando con una azienda di nuova costituzione, la ATI-TECH s.r.l.s che si propone sul mercato come piccola società EPC, in grado di sviluppare progetti chiavi in mano aventi per obiettivo il retrofit di impianti in esercizio o la costruzione di nuovi impianti. Insieme speriamo di riuscire ad offrire al cliente sempre le migliori soluzioni a costi competitivi.


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